Quando lo IAC diventa occasione di incontro, non solo on air

Quando dico di essere radioamatore, la prima domanda che mi fanno è: “Ma con chi parli?”, la successiva è: ” Ma cosa vi dite?”.

Non è semplice rispondere ad una domanda del genere, i fattori in gioco sono tanti per riuscire a descrivere un QSO, un collegamento tipo.
Capita molto spesso che ci si limiti ad un veloce “AB7XYZ de IU2GLR, you are FIVE and NINE, FIFTY NINE, 73 bye bye”, ma succede anche che questi veloci scambi si ripetano e per qualche strano motivo, quella voce che arriva da chissà quale parte del mondo, che appartiene a chissà chi, diventi familiare, tanto da riconoscerla al volo tra mille altre voci.

Questo è sicuramente uno degli aspetti che spinge una persona a diventare RADIOAMATORE. Non bisogna poi trascurare gli aspetti tecnici, ma ne parleremo in qualche altra occasione.

Un esempio che posso portare è lo IAC, “Italian Activity Contest”, al quale non ho partecipato per motivi di tempo ma che so essere un momento divertente di condivisione, confronto e sfida.

E come dicevo prima, la familiarità di certe voci lontane, in questo caso parliamo di voci provenienti dal Veneto, ha fatto che si che nascesse spontanea le voglia di incontrarsi per una pizza.

Presto fatto, il 28 Luglio 2018, alcuni membri della  Sezione ARI di Bergamo si sono messi in marcia per raggiungere la sede della Sezione ARI di Verona.

L’accoglienza è stata quella riservata a persone già conosciute e quelle voci familiari avevano finalmente un volto.

Siamo stati accolti nella loro sede sita in un fortino austro-ungarico risalente alla  prima metà del 1800, Forte San Mattia, utilizzato successivamente anche durante la prima guerra mondiale.

Forte San Mattia
1800, Forte San Mattia